"Sale e acqua, pura energia vitale
Per comprendere come agiscono acqua e sale all’interno del nostro organismo, dobbiamo capire quale dovrebbe essere la funzione degli alimenti. Il cibo dovrebbe procurarci energia vitale. È apportatore di biofotoni e veicolo di informazioni indispensabili per il nostro corpo. Ormai la fisica ha appurato che ogni organismo vivente emana una luce “ultradebole”, i biofotoni. Sembra che le nostre cellule “chiacchierino” attraverso questi quanti di luce. Le informazioni e i quanti di luce vengono immagazzinati mediante una specifica disposizione delle molecole nella sostanza apportatrice: il cibo. Se cambiamo questa struttura molecolare, per esempio attraverso la cottura, la pastorizzazione, il congelamento ecc., il contenuto di energia, o meglio la scorta biofotonica dell’alimento, si riduce. In questo modo il valore del cibo come portatore di informazioni diminuisce; l’alimento apporta sì calorie all’organismo, come prima del trattamento, ma il suo contenuto di forza vitale è decisamente ridotto. Benché i componenti chimici non abbiano pressoché subito variazioni, il vivificante contenuto di informazioni e luce è diminuito. Nel peggiore dei casi, la digestione di un alimento privato del proprio valore bioenergetico richiede più energia di quanta sia in grado di fornire. La conseguenza è un deficit di energia vitale, con un eccessivo apporto calorico.
In breve possiamo dire: solo attraverso un’alimentazione equilibrata, sana, il nostro corpo riceve l’apporto vitale di biofotoni. Siccome si tratta della vitalità degli alimenti stessi, i cibi dovrebbero essere il più naturali e inalterati possibile. Questo vale in particolar modo per l’acqua come alimento primario e per il sale che assumiamo giornalmente."
(tratto da "Il potere curativo di acqua e sale" di Gabriele Zimmermann)